IL POTERE DELLA SORELLANZA
Articolo di ASPIC FVG, curato dalla Dott.ssa Valentina Cardelli, Raffaella Pallavicini e Patrizia Pontonutti
8 Marzo. Celebrazione della Festa delle Donne.
Come ogni anno, ci troviamo ad anticipare l’arrivo della primavera con il colore giallo della mimosa, simbolo dell’immancabile giornata dell’8 marzo: LA FESTA DELLE DONNE.
È bello celebrare questa ricorrenza attraverso una riflessione sulla donna, o meglio per e con le donne. L’origine di questa festa non è molto chiara, vi sono diverse versioni piuttosto contrastanti ma che sembrano convergere tutte nell’intimo significato assegnato a questo giorno come simbolo di unione per la lotta al diritto di genere e alla conquista di uno spazio sociale (rif. VII Congresso di Stoccarda della II Internazionale Socialista).
Ci piace partire narrando di tempi antichi dove le donne di alcune culture creavano comunità solidali e condividevano con le altre la cura dei figli, il raccolto e la quotidianità con grande cooperazione. La loro vita scorreva in una partecipazione anche piuttosto intima; la femminilità, per esempio nella cultura indio-americana, veniva celebrata come un momento sacro in cui le donne si riunivano durante i giorni del ciclo mestruale in “tende di colore rosso” a condivisione.
Vivevano come un gruppo solido, volto ad aiutarsi, al confronto, alla crescita emotiva ed esperienziale. Le generazioni più vecchie erano complici e “maestre” per le più giovani e tramandavano l’insegnamento delle attività di allevamento, coltivazione, raccolta e la cura delle malattie con rimedi naturali.
Coraggiose, tenaci, più forti perché unite nella maternità e nei compiti della vita, erano rappresentative del significato più alto del concetto di sorellanza.
Rispetto a questo modello che sembra un po’ utopico oggi ma sicuramente un esempio di grande espressione del NOI, ci viene spontanea una riflessione su quanto sia antitetica la nostra realtà odierna di donne in relazione a noi stesse e nei confronti delle altre. La vita quotidiana, le esperienze in cui siamo immerse ci portano sempre più verso un “mood” individualista e stucchevole. A fatti concreti, “delle donne” e “tra donne” se ne dicono di tutti i colori… pronte a pungenti strategie di azione e di pensiero per screditarsi nel bieco tentativo – e falsa credenza – di sminuire l’altra per essere degna di nota.
La competizione – inserita in ogni settore della vita – porta le donne a considerarsi nemiche o peggio ancora amiche/nemiche tra loro, invece che alleate. Guardare all’altra come una rivale pronta a togliere buone opportunità o peggio ancora “il palcoscenico” porta alla nascita di conflitti e antipatie che possono essere più o meno forti ma certamente alimentano vite e climi piuttosto pesanti.
Diversamente La VERA amicizia tra donne garantisce una spalla su cui piangere, un porto sicuro dove accoccolarsi per leccarsi le ferite o per fare chiarezza sulla propria vita, un “orecchio” disponibile ad ascoltare dolori, paure ma anche essere incoraggiate verso nuove infinite possibilità. Un’Amica è anche colei con cui si ride di nulla perché la gioia è nell’aria, di profumi e colori che avvolgono ogni circostanza perché quel legame speciale arriva ovunque portando sapore bellezza e pienezza nelle proprie vite.
Creare legami di rispetto, intesa e soprattutto cuore danno l’opportunità di cambiare la prospettiva di vita e, unendosi, le donne – amiche e complici – possono dare origine ad un potere speciale. Al contrario, le lotte continue fomentano solo ostilità tradendo quanto hanno conquistato le lotte delle donne di un tempo che oggi – giornata mondiale della donna – vogliamo e desideriamo celebrare e soprattutto ricordare e ringraziare.
La conquista di una donna è ed è stata la conquista di tutte le donne ed è importante che testimonianze di legami sani e forti ci permettano di riflettere in modo proattivo per permetterci ancora una volta, come un tempo, di costruire una comunità basata su armonia, condivisione e cooperazione.
L’antropologa Marcela Lagarde ha definito il “Sisterhood” – aggiungendo un’accezione emotiva rispetto alla scrittrice, Kate Millet, “coniatrice” del neologismo stesso – come un modello di riferimento per definire l’amicizia e la complicità tra donne.
La sorellanza ha il grande compito di mediare nelle dinamiche della vita, permette di definire una rete di profonda connessione, nella quale ogni donna riconosce il valore e il potenziale di tutte le altre donne in uno scambio sano e di reciproco rispetto.
Alla luce di tutto questo, dove inseriamo gli episodi di cronaca – sempre più frequenti – di donne che si tradiscono o si svendono per un briciolo di popolarità o di ragazze che anziché gioire o litigare insieme per poi trovare un punto d’incontro e riderci su, preferiscono usare coltelli al posto delle parole?
Nessuno pretende di voler trovare soluzioni assolute né si vuol far passare il messaggio che tutto sia semplice ma l’invito che vogliamo fare oggi, nel nostro giorno – perlomeno così è definito – è partire da questa riflessione: È davvero questa la strada che vogliamo continuare a percorrere? Vogliamo davvero che gli esempi per le generazioni future siano questi? O come, la storia insegna, non sarebbe opportuno tentar di sradicare modelli di pensiero e azione autocentrati basati su un sottile strato di apparenza e indifferenza spostandosi verso un approccio di condivisione e unità di intenti?
Ognuna di noi…nel suo piccolo può fare la differenza… pertanto…è bello pensare che:
Siamo fatte per stare insieme e costruire dei progetti comuni…Siamo fatte per dare vita ad una vera SORELLANZA!
SPUNTI DI RIFLESSIONE TRATTI DA: